La
prima foto di cibo che ho scattato aveva per soggetto delle puntarelle… era parecchio
tempo fa, si fotografava in pellicola, la fotografia digitale si stava appena
affacciando sul mercato. Non ero brava, non che adesso lo sia ma sono
migliorata. Era prima di una scuola di fotografia e di diversi corsi di cucina,
era prima dello sviluppo di internet nella quotidianità: twitter, facebook,
istagram esistevano forse solo nella mente di qualche visionario ed era prima
della moda invadente di fotografare il cibo che, come tutte le mode, spero non sia
destinata a durare.
Era
una cosa stramba allora fotografare il cibo, una cosa che ti faceva additare
dalla gente:
“oh…
guarda quella… fotografa il piatto!”
Una
mia amica parlando di me a colui che sarebbe diventato mio marito ha detto:
“Ma lo sai che Cristina fotografa tutto ciò che mangia… tutto… da sempre….”
Lui sorrise sorpreso come fosse una cosa speciale.
“Ma lo sai che Cristina fotografa tutto ciò che mangia… tutto… da sempre….”
Lui sorrise sorpreso come fosse una cosa speciale.
Oggi
penserebbe “eccone un'altra!” e forse passerebbe
oltre.
Un giorno
di quasi dieci anni fa, mi sono iscritta ad un corso di fotografia: macchinetta
a pellicola e sviluppo in camera oscura. Durante una lezione l’insegnante fece ad ognuno di noi una domanda:
“a
te che genere di fotografie piace fare?”
Fra
un coro di paesaggi, ritratti e moda timidamente risposi: “I piatti”. Davanti
alla sua espressione interrogativa puntualizzai:
“il
cibo…”
Lui
mi rispose “sei fortunata, perché non ne esistono molti di fotografi di cibo…
sostanzialmente è una foto in studio…” e continuò parlandomi della tecniche e
delle sue esperienze nel campo.
L’ho
perso di vista… sarebbe interessante sapere cosa ne pensa oggi.
Vi
starete chiedendo perché questo post che nelle intenzioni voleva parlare delle
puntarelle alla romana ha preso un’altra piega…
Perché qualche giorno fa una galleria di foto del corriere della sera (che trovate qui) mi ha fatto
riflettere.
S’intitola
“Le 11 foto che non avremo scattato”.
Quando
le ho viste, ho pensato che forse sarebbe stato meglio. Mi ha fatto sentire
nostalgia del tempo che scorreva più lento, dell’emozione di prendere le foto
stampate dal fotografo, del disagio di sentirmi stramba ma nello stesso tempo
speciale, del tentennamento nello scattare una foto perché aveva un valore
anche economico, delle ore che ho passato seduta a terra a sfogliare delicatamente
l’album in bianco e nero delle nozze dei miei genitori… bisognava averne cura
perché si potevano rovinare!
E’
vero oggi provo a tenere un blog di cucina eppure non mi sento parte della
moda, il fotografare il cibo per me è un istinto antico dettato solo da un
fatto… le puntarelle alla romana so troppo bone!
Mi
piacerebbe tantissimo insegnarvi a pulire le puntarelle (o catalogna per il
resto d’Italia) ma purtroppo non lo so fare, ho visto tantissime volte mia
mamma farlo ma non ho mai imparato. Quindi di solito le compro già pulite dal
fruttivendolo. Sarà facile anche per voi trovarle.
Per
400gr di puntarelle (100gr a persona) preparate un’emulsione con 8 cucchiai di
aceto, 6 di olio, 4 acciughe sott’olio sciacquate, sale e uno spicchio d’aglio
tritato e condite le puntarelle almeno un’ora prima di servirle in modo che
s’inteneriscano.
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