domenica 11 novembre 2012

Il lato B (bello) di Eataly


Eccomi qui, finalmente sono riuscita a scrivere il secondo post dedicato ad Eataly.
Innanzitutto volevo accennare ad un aspetto che non c'entra nulla con il cibo ma che per me romana doc è molto importante. Bisogna infatti riconoscere ad Eataly il merito di aver ridato a Roma ed ai romani una zona che molti noi consideravano ormai persa: l'Air Terminal Ostiense. Questo monolite era stato costruito per i mondiali di calcio del 1990. Quasi subito chiuso perché poco frequentato, si è trasformato nel corso degli ultimi 22 anni in un riparo per senzatetto. Alla fine, giorno dopo giorno, il degrado si  era impadronito della zona. Ora è splendido e spiazzante allo stesso tempo vederlo scintillare da lontano, vedere le strade piene di macchine e di gente che senza timore si dà appuntamento lì davanti.


Chiudo la piccola parentesi e torno a parlare di cibo.
Eataly nasce da un'idea geniale, quella di fare in modo che produzioni di altissima qualità, frutto di piccole realtà produttrici, possano affacciarsi su un mercato più ampio. Tanto per fare un esempio, io a Roma dove avrei mai potuto trovare il miele  prodotto dall'ape nera sicula??? Ecco, ci ha pensato Eataly. Ha fatto in modo che abbia potuto assaggiarlo e pensarlo straordinario.

Il miele è solo un'esempio ma ci sono tanti altri prodotti straordinari: le farine del Mulino Marino, altrimenti acquistabili solo su internet; la pasta di Gragnano, artigianale e trafilata a bronzo di tutte le forge; la colatura e le alici di Cetara; la bottarga di muggine, che anche se pregrattugiata sa di quello che deve sapere, non come quelle che si trovano spesso al supermercato; il peperone crusco che pensavo esistesse solo dolce invece ce n'è uno piccantissimo e quasi muoio quando l'ho addentato con la voracità di chi ha il bisogno di conoscere.


Poi tante birre artigianali, anche se non ho capito perché ci sia una così forte presenza di birre estere e la cioccogelateria Venchi.


Abbastanza fornito il banco dei formaggi dove ho acquistato un ottimo caciocavallo barricato ed una rara robiola di Roccaverano, mentre è ricchissimo quello della pasta fresca dove ho preso dei raviolini di borragine.


Un plauso a scena aperta merita il pane di Eataly: frutto di una lievitazione lenta e naturale, della cottura con il forno a legna e dell'utilizzo di farine di alta qualità quali quelle  del Mulino Marino. 
Negli anni il pane di Roma ha secondo me perso di qualità. Si acquista spesso pane gommoso, la cui friabilità ha una durata di qualche ora e a volte difficile da digerire. Il pane di Eataly è croccante e leggero, si vede e si sente nella mollica che ha avuto una lievitazione lenta... mi ha, per così dire, rappacificata con il passato.
Altra grossissima qualità che merita di essere sottolineata è la quantità di tipologie di pane che sforna: pane ai fichi, pane alle noci, pane con i semi di sesamo, pane alle olive, pane ai sette cereali, pane con farine diverse (enkir, semola...) filoni, pagnotte, ciambelle. Per quanto mi riguarda è stata l'unica volta che ho visto in Italia il pane in cassetta da un fornaio!

Finito l'elogio del pane e rischiando di essere ripetitiva, voglio ribadire la bontà dei dolci di Luca Montersino. Anche se i prezzi non sono proprio popolari, meritano il viaggio. Se magari organizzasse qualche corso di pasticceria mi iscriverei molto volentieri.

Credo che per ora gli elogi e le critiche ad Eataly possano finire qui. Vi descriverò meglio questi prodotti e i futuri acquisti quando li userò in qualche ricetta. Perché poi ... forse...  il bello di Eataly sta nei piatti che si preparano a casa!

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